Milano, fin qui tutto bene: tra resistenza ed omologazione

Název: Milano, fin qui tutto bene: tra resistenza ed omologazione
Variantní název:
  • Milano, fin qui tutto bene: between resistance and homologation
Zdrojový dokument: Études romanes de Brno. 2016, roč. 37, č. 2, s. 57-67
Rozsah
57-67
  • ISSN
    1803-7399 (print)
    2336-4416 (online)
Type: Článek
Jazyk
Licence: Neurčená licence
 

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Abstrakt(y)
Nel mio studio si intendono esplorare le modalità formali e le scelte tematiche di cui si serve Gabriella Kuruvilla per la rappresentazione di un ambiente multiculturale e delle relazioni che lo caratterizzano nel romanzo Milano, fin qui tutto bene (2012). Decostruendo puntualmente un certo diffuso immaginario, fondato sull'esaltazione degli effetti positivi di crescita e scambio offerti dalla mondializzazione, la narrazione, attraverso la strategia della focalizzazione multipla, lascia emergere una mappa del malessere, connotata dalla resistenza dei particolarismi culturali nel segno, spesso, di una conclamata conflittualità piuttosto che di un placido rapporto di assimilazione tra comunità etniche diverse. La prospettiva adottata, infatti, evidenzia un sentimento generale di paura ed ostilità verso gli "altri", ed una forma di paralisi sociale che investe quasi tutti i protagonisti, descritti come incapaci di integrarsi a fondo in qualsiasi relazione che metta in discussione le loro origini e radici. Il romanzo si inscrive nel circuito della letteratura mondiale, e più specificamente di quella categoria di testi isolati dalla critica sotto l'etichetta di "letteratura della migrazione", ed esplicita sia un deciso distanziamento dalla prospettiva eurocentrica sia la necessità di un ritorno alla realtà e al suo referente.
In this study I have explored the themes and language used by Gabriella Kuruvilla in her novel Milano, fin qui tutto bene (2012), focusing my attention on the representation of the multicultural context and the relations which take place within it. Koruvilla manages to shed light on the negative aspects of globalization through the narrative structure of multiple focalization, and maps a series of conflicts which regard the process of blending different cultures together. Feelings of fear and hostility towards the "others" and some sort of social paralysis inflict most of the characters who are often portrayed as incapable of creating deep bonds with anyone who threatens their roots or beliefs. The novel falls into the genre of global literature, more specifically into the group of texts labelled as "Migrant Literature", while showing an explicit distance from the Eurocentric perspective with a need for a return to reality and its objects.
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